
“LOFT MUSIC Suoni e dissonanze nella Downtown di New York 1960-1975” è il progetto scritto da Salvatore Audino e Giorgio Nurisso, pubblicato in tre volumi da Compagnia Nuove Indye. New thing, free jazz, soul jazz, jazz afro-futurista, space jazz, spiritual jazz, anti jazz, radical jazz, avant-garde... Varianti stilistiche che però hanno tutte un denominatore comune: il jazz, in quanto espressione musicale della comunità afroamericana. Ma la domanda che sorge spontanea è: il jazz dovrebbe essere visto come una forma musicale distintamente Amerikana o come una espressione propria della cultura Afroamericana? Ed è, partendo da questo contesto, che questo lavoro si concentra su un periodo ben circoscritto: il jazz di avanguardia più radicale ed il free jazz, nello specifico il periodo dei loft nella New York degli anni sessanta e settanta. Il primo volume non solo racconta la straordinaria avventura musicale che si è sviluppata negli anni ’60 e ‘70, ma vuole essere anche un ragguaglio di storia sociale e politica nel più ampio contesto delle comunità afroamericane, dando particolare risalto a quelle manifestazioni artistiche, culturali e storiche che hanno segnato in maniera profonda la storia del free jazz, partendo dalla "Rivoluzione d'Ottobre" del 1964 e la creazione del Jazz Composers Guild di Bill Dixon a New York, passando per l' AACM di Chicago, il BAG di St.Louis, l'UGMA (poi evoluto nel UGMAA) di Horace Tapscott a Los Angeles, il Collettivo Tribe ed il Collettivo DAW di Detroit per arrivare al free ed alle avanguardie dei loft newyorkesi. Nel secondo volume troviamo le schede biografiche e discografiche. Downtown Manhattan e la scena dei loft, diventati luoghi di rivoluzione musicale permanente tra ricerca, sperimentazione e sessions estemporanee; il magmatico mondo del "nuovo" jazz radicale d'avanguardia, il jazz libero, il jazz politico ed Afrocentrico alla ricerca perenne delle sue origini culturali e musicali. La ESP e le etichette indipendenti newyorkesi e le schede biografiche con relativa discografia dei jazzisti che furono coinvolti in questa avventura tra utopia e realtà. Un percorso storiografico e discografico di quello che successe a New York negli anni sessanta e settanta. I loft della Downtown di Manhattan sono stati un crogiuolo dove tra il 1960 e il 1975, uomini diversi per tradizione artistiche e culturali si sono incontrati, confrontati e contaminati. A questa alchimia i compositori si sono ispirati per ricercare nuovi suoni e per creare nuove strutture musicali. Il terzo volume è la testimonianza discografica e biografica di quel periodo e di quegli autori che hanno caratterizzato la musica minimalista, elettronica, d’avanguardia e sperimentale. Per completezza, si è voluto inoltre riportare una breve introduzione descrittiva su come il contesto sociale ed artistico di quel tempo abbiano influenzato la musica sopracitata, fino all’introduzione e l’amalgamarsi in essa di strumenti musicali appartenenti alla tradizione orientale e africana.