Al Nur

Questo lavoro rappresenta una vera svolta nella produzione di Alessandro Cipriani: infatti l’elettronica diviene un mezzo per l’esplorazione e l’espansione delle possibilità dei suoni e non più per uno stravolgimento distruttivo della melodia. Il giovane autore usa il computer come una lente d’ingrandimento, come un microscopio, come un filtro dinamico per i suoni che provengono dall’esterno e la musica viene percepita come uno scambio di energia tra esseri umani. Ecco, quindi, l’interesse per le tradizioni orali e, nello specifico, per il canto religioso: questi brani non vengono “campionati”, bensì sono considerati materia attiva con cui instaurare uno scambio di energie. Ne nasce una polifonia nuova e assai affascinante, dove però rimangono ben riconoscibili le singole tradizioni particolari, dal brano iniziale “Jasminb”, con la splendida voce del marocchino Nour-Eddine Fatty, alle melodie cinesi di “Into the Light”. Ma è proprio nella “Trilogia” dedicata al canto religioso che Cipriani ci stupisce regalandoci momenti di rara intensità espressiva: quasi 40 minuti divisi tra canto islamico (“Al Nur”, ancora con la voce di Fatty), canto gregoriano (“Aqua sapientiae/Angelus Domini”) e canto ebraico (“Mimaa’ makim”). Uno splendido lavoro da ascoltare, con mente libera e aperta.