Gnâwa & Jahjûka Trance

Dopo il commosso omaggio ai sapori, ai profumi, ai colori e alle musiche di Zri–Zrat, il suo villaggio d’origine, Nour-Eddine torna con un nuovo progetto discografico, dedicato al recupero della ricchissima e affascinante tradizione tribale e rituale Gnâwa e Jahjûka, di ascendenza sufi – prima tappa di un più lungo ed articolato viaggio spazio-temporale fra i ritmi del Nordafrica, condotto con una profonda devozione per le radici culturali ed un’inesauribile passione per la didattica musicale come forma di comunicazione fraterna.

La cerimonia Gnâwa – che si svolge nel corso di un’intera nottata – è un rito di possessione con funzioni essenzialmente terapeutiche, comprendente tre fasi: la ‘ada, una processione coloratissima, una parata chiassosa che incita alla danza e alla vibrazione; i kûyû, una serie di danze affidata ai musicisti: non è ancora la trance, ma un gioco preliminare, uno spettacolo, una preparazione all’ultima fase (la più seria), quella dei m’louk, durante la quale su un vassoio vengono portati incenso e veli di colori diversi, che servono da insegne di riconoscimento per i sette diversi simboli m’louk, la cui parossistica alternanza spinge la trance al suo massimo grado.

Quella dei musicisti di Jahjûka – un villaggio ai margini della catena montuosa del Rif – è una tradizione altrettanto antica e profondamente radicata, che ha prodotto nel tempo un repertorio specifico. I maestri musicisti viaggiano per la valle di Srif per animare nozze, feste, veglie in onore di un dignitario in visita, e tante altre occasioni nel corso di tutto l’anno. Ancora oggi, nella città di Ouezzane, si continuano ad acquistare le ghaytât (oboi rudimentali, simili alla nostra ciaramella, tipici strumenti Jahjûka, insieme con il tbel).

Le percussioni sono naturalmente le protagoniste assolute dei 18 pezzi che compongono Gnâwa & Jahjûka trance ( solo nel brano di apertura, "Mama Africa", e nella tradizionale "Allah Hay" compaiono anche parti vocali): Nour-Eddine non solo canta e suona tutti gli strumenti (djembé, harrazh, ta’rija, darbouka, tbel, tam-tam, qrâqeb, daf, bendhir), ma, proprio in ossequio alla sua vocazione per l’insegnamento, regala al pubblico e ai cultori del ritmo un booklet ricchissimo, pieno di notizie e di trascrizioni musicali, nonché 8 tracce didattiche, ciascuna corrispondente ad una specifica figurazione ritmica di base, grazie alle quali è possibile cominciare ad addentrarsi, attraverso l’esercizio, nelle profondità spirituali della trance nordafricana.